 | romantica_aliluchina;IFP |
| | CITAZIONE (sorellì93 @ 6/6/2011, 14:01) allora commento il tuo capitolo... Il condor vola sempre di più eh ...ma fa bene visto ke deve recuperare il tempo persoo  una sola domanda mi preme:Quando arriverà un condor anke per me?? ok sono diventata abbastanza volgare,mi eclisso XD Ti eclissi?Come cazzo parli? Comunque ovvio u.u Il condor voooooooolaaaa....E comunque mi so scordata di mette il capitolo pure qua lo metto mo Per te? Io te lo dicevo che non hai esperienza Porellaaa la sorella esposito sta a rotaaaa Capitolo  LXII capitolo(Alice) Sedevo sul bordo del letto,e avevo la mano sul petto come se avessi voluto trattenere un’emozione troppo forte. Ero felice. E non c’era bisogno che lo pensassi. Non più.
Una mano,la sua mano,si posò sulla mia,intrecciandoci delicatamente le dita. Il tocco leggero delle sue labbra sul mio collo fecero aumentare il mio battito cardiaco. Chiusi gli occhi,indebolita in anticipo da qualcosa che mi avrebbe estratto l’anima. Con una lieve pressione fece scivolare la mia mano nel vuoto,lasciandovi la sua su uno dei miei seni. Il mio respiro cominciò a farsi più veloce,l’aria ad apparirmi sempre in misura minore.
-Cosa fai? –gli chiesi con un filo di voce.
-Non hai proprio nessun’idea?
-Mmm..
Infilai una mano nei suoi capelli,attirandolo verso le mie labbra. Prima di baciarmi,a due millimetri di distanza, ci guardammo negli occhi. Sono certa che entrambi avemmo la stessa sensazione:poteva accadere tutto ma noi saremmo stati uniti.
Fu in quello sguardo che trovammo ciò che mancava. E fu con l’intensità dello scintillio che vi trovai nei suoi occhi che mi baciò pochi secondi dopo. Con una foga inaspettata,infilò le dita sotto la mia maglietta,carezzandomi dolcemente la schiena,per poi farmi voltare verso di lui col busto.
Gli feci cenno di aspettare e mi inginocchiai anch’io sul letto. Gli presi il viso e lo accostai al mio.
-Fa’ di me ciò che vuoi.
Passò da un sorriso,uno dei migliori che possa mai aver tirato fuori a quell’essere speciale,a un’espressione che mi calamitò a lui,e che finì con un bacio violento,poi dolce,poi,ancora,maledettamente violento. Ci mordemmo le labbra quasi fino a sentire il sapore del nostro sangue,spinti da una fame che avevamo messo a tacere per troppo tempo. Con abilità gli sfilai la cintura e la gettai fuori dal letto,mentre sentivo le sue mani sbottonarmi impazientemente la camicia. Quando vi riuscì a farlo del tutto,mi disfece anche del reggiseno e prese a massaggiarmi i seni con veemenza mescolata a dolcezza. Fui percorsa da un brivido di piacere,poi ficcai le mani sotto la sua felpa e pian piano,gliela tolsi. Divincolandomi dal suo bacio,andai giù con le labbra,sul collo,poi sul petto;allora repentinamente mi fece cambiare posizione,così mi ritrovai sdraiata sul letto,sotto di lui,con le mani intrecciate alle sue e i suoi occhi piantati nei miei. La sua espressione si addolcì quando avvertii il peso del suo torace contro il mio petto,e le sue labbra sul mio collo.
Rapidamente gli slacciai anche i pantaloni,e lui fece lo stesso con me. Ci volle una frazione di secondo per liberarci anche del resto,quindi si adagiò delicatamente tra le mie gambe,e,tornò a fissare le mie pupille attorniate dall’azzurro e io le sue attorniate dal castano.
Luca Napolitano-Qui con me
Avvicinò la sua bocca al mio orecchio,quasi volesse confidarmi un segreto che nemmeno le mura di quella camera potevano sentire.
-Ti amo.
Ed entrò dentro di me. Prudentemente,senza gravarmi sulla pancia,con il timore di rompermi,tanto ero diventata fragile per lui. Respiravamo insieme un’aria che sapeva d’amore,ci scorgevamo da dietro i vetri dei nostri occhi per dirci sempre la stessa cosa,sempre in maniera diversa. Ci muovevamo come due bambini che compiono i primi passi in un mondo sconosciuto,e poi lo facevamo con l’abilità di chi si ama da una vita dentro un mondo che conosce meglio di se stesso. Ridevamo,in preda all’imbarazzo,alla felicità,al piacere,e poi piangevamo,perché una lacrima ci dicesse che quello che stavamo vivendo era tutto reale. Luca era davvero dentro di me. E non era uno dei nostri sogni,non era come quelle volte in cui butti giù una frase,e sai che la rimangerai. Non era come quando cominci un libro che non ti piace,che qualcuno t’ha detto di leggere,e sai che non lo finirai mai. No. Noi quella frase,quella che ci ripetevamo con gli occhi,avete presente?Quella non la buttavamo giù, la ripetevamo perché il suo eco non avesse mai fine,la cullavamo con dolcezza per difenderla da tutto e tutti,e sapevamo che non ce la saremmo mai rimangiata,mai più. Quel libro?L’avevo ripreso io,sopra quello scaffale dove tenevo i libri più importanti;ed ero tornata a quel punto,per andare a capo,e non l’avrei più rimesso a posto,semplicemente perché quel libro mi piaceva. E non riuscivo a smettere di leggerlo. E solamente la morte mi avrebbe fatto smettere.
Solamente la morte poteva chiudere il nostro libro.
La certezza di esser dentro qualcosa di eterno ci rese i movimenti più vigorosi.
Mi lasciai andare a un gemito,che accolse con piacere,ridendo negli occhi. Il nostro ritmo era scandito dai respiri,da quella necessità di accalappiarsi una porzione d’aria per continuare;quel rumore,l’unico rumore,che potevamo sentire,oltre al fracasso che il nostro amore faceva dentro di noi.
Stavo per dirglielo in un sussurro,quando mi fermò,con un dito sulle labbra.
-Lo so che mi ami.
-Voglio dirtelo lo stesso,ti amo.
Tre ore dopo
Presi l’ipod nella borsa sul comodino,curandomi di non svegliarlo,anche se presto lo avrei fatto comunque. Selezionai quella canzone,quella che si era addentrata nella mia mente quando mi aveva zittita.
Infilai le cuffie anche ad entrambi,e attesi che aprisse gli occhi.
Cadono i coriandoli,infiniti e colorati come gli attimi,rimani,qui,con me.
Poco dopo aprì gli occhi,dapprima stupiti poi gioiosi. Li alzò verso di me,e si sollevò sui gomiti,avvicinando la sua bocca alla mia. E,stringendomi le mani.
Ti stringo le mani,magari mi ami.
Poi si distaccò,per guardarmi in pieno viso. E,cominciò a cantare,per me,solo per me. In una camera di un mondo a parte,con la dolcezza che solamente la sua voce possedeva.
Ti guardo tutto il giorno perché ne ho bisogno,e ci riproverei e non me ne vergogno. Mi basta un carezza in questa vita di incertezze,e questa notte è ancora lunga,per te che sai distinguere tra il giusto e il falso,per me che non ho mete e piango di nascosto,sei il giusto compromesso tra passione e tenerezza, sei il sereno e la tempesta,perciò rimani,tra le mie mani,lo so che mi ami.
Allora mossi le labbra per cantare insieme a lui.
Il cielo corre dietro le sue nuvole e le stelle sono l’ombra delle lucciole;rimani,qui,con me. Sotto un salice che è stanco ormai di piangere dorme un vecchio,vecchio come le sue favole. Rimani qui,con me. Ti stringo le mani,magari mi ami…
-Lo so che mi ami,l’ho sempre saputo.
-Davvero?
-Si.
-E quando..Quando cambiavi..
-Avevo paura,ovvio. Paura di sbagliarmi e in qualche modo io volevo che tu mi sentissi,però ho sempre saputo che tu mi amavi.
-Io non finirò mai di chiederti scusa Luca.
-Guarda che avevi finito!Ora è il mio turno!
-Cosa?!?
-Si,beh,basta addossarti la colpa di tutto.
-Tu non devi chiedermi scusa di nulla,non permetterti!
-Facciamo una cosa,noi la smettiamo di pensare a quel che è successo,così smettiamo anche di scusarci a vicenda,ok?-sorrise e mi baciò sul naso.
-Ok!-gli feci, appoggiando la fronte alla sua,e baciando il suo di naso, e scoppiando inevitabilmente in una fragorosa risata.
-Cosa ridi?!?-si finse arrabbiato.
-Nulla,-risposi,tornando a ridere.
-Senta cara signorina Bellagamba, se vuole offendere il mio microscopico naso con questa soave risata si merita una bella lezione!
-Ma io non ho detto nulla signor Napolitano!
-No eh?-disse in tono malizioso,liberandomi delle coperte e saltandomi di nuovo addosso.
Sfiniti dalla passione,dall’energia dei nostri stessi corpi,ci abbracciavamo come gli unici superstiti di una guerra ,col respiro regolare,e il cuore felice.
-Quando ero in aereo,per raggiungere te,desideravo immensamente di cantarti quel ritornello guardandoti negli occhi.
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